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Una pandemia di obblighi e restrizioni

Una pandemia di obblighi e restrizioni

In Ticino sono state voltate le spalle alla libertà molto tempo fa e le restrizioni legate alla situazione sanitaria sono semplicemente la continuazione di un percorso oppressivo ed opprimente radicato in questo territorio già da molti anni. In questo momento la cautela è d’obbligo, anche se può sembrare che la situazione sanitaria stia migliorando e le restrizioni ad essa collegate potrebbero venir allentate da un momento all’altro, la pandemia di obblighi, divieti e restrizioni che ha colpito il Cantone è tutt’altro che finita. Siamo sottoposti da una decina di anni ad un soffocamento della vita socioculturale di questo territorio da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine.

Anziché favorire le politiche sociali, culturali e artistiche vengono simulate interruzioni di concerti da parte della polizia. Anziché promuovere spazi di libera espressione vengono imposte normative che impediscono a tutti i costi la normale vita di questi luoghi soffocandone il più possibile i contenuti.

D’altronde in Ticino i musicisti, teatranti, giocolieri, circensi che vogliono esibirsi in piazza vengono chiamati accattoni e ambulanti anziché artisti di strada.

D’altronde in questo Cantone, l’occupazione di uno stabile per fini socioculturali viene vista come un covo di terroristi anziché un laboratorio di creatività.

Mentre in altri cantoni l’occupazione di uno stabile atta a creare un progetto socioculturale viene sovente accolta con una riflessione tale da favorirne il percorso, in Ticino vengono mobilitate le forze speciali di polizia per evacuare al più presto “i pericolosi criminali” che stanno occupando tale stabile “mettendo in pericolo l’altrui e la propria incolumità”. Nulla importa se durante l’azione di sgombero si rompe qualche braccio o si ammacca qualche testa: “Giustizia è stata fatta e la Legalità è stata ripristinata”.

Mentre in altri cantoni l’occupazione di uno stabile atta a creare un progetto socioculturale viene sovente accolta con una riflessione tale da favorirne il percorso, in Ticino vengono mobilitate le forze speciali di polizia per evacuare al più presto “i pericolosi criminali” che stanno occupando tale stabile “mettendo in pericolo l’altrui e la propria incolumità”. Nulla importa se durante l’azione di sgombero si rompe qualche braccio o si ammacca qualche testa: “Giustizia è stata fatta e la Legalità è stata ripristinata”.

Tutto ciò mentre nel 2022 vengono ancora illegalmente emesse multe per il possesso di quantità nei limiti del consumo personale di marijuana contenente THC e vengono ancora messe in discussione la capacità di condurre un veicolo di chi consuma la marijuana legale contenente CBD, cosa che nel resto della Svizzera è ben diversa e tali sostanze vengono ormai accettate anche a scopo ricreativo.

L’emergenza sanitaria Covid19 è stata l’ennesimo pretesto del potere per creare leggi liberticide e controllare ulteriormente la vita sociale e culturale delle persone. In realtà il processo di delegittimazione delle libertà di espressione e di movimento è in corso già da ben prima del marzo 2020.

Sono ormai 3 anni che cercano di farci credere che la legge Covid19 sia stata creata per tutelare la nostra salute “dal virus”, ma sappiamo benissimo che “il virus” dello sterminio socioculturale ha cominciato a contagiare questo territorio molto prima.